Non posso dimenticare i momenti nei quali udii per la prima volta cantare mia madre.
Talvolta, la sera, venivano invitati alcuni amici ai quali veniva offerto un bicchiere di vino e con i quali i miei genitori chiacchieravano, esaminavano quadri, sentivano musica.
Questi incontri non avevano nulla a che fare con le riunioni di un tempo, non vi partecipava nessuna eccellenza o altra persona di rango; erano semplici serate casalinghe con gli amici e, oltre al bicchiere di vino, non veniva offerto altro.
Io, ragazzino, venivo portato a letto prima che arrivassero gli ospiti.
Dopo un po' risuonava il piccolo pianoforte di mio padre e poi, all'improvviso, al di sopra dell'intreccio di suoni dello strumento, si alzava la voce di mia madre, chiara, forte, pastosa e piena come un caldo fiume di amore e bellezza.
Io me ne stavo rannicchiato nel mio lettino ad ascoltare, in silenzio, immobile e senza quasi respirare, in un'estasi che mi sopraffaceva a ogni attacco come un brivido.
Herann Hesse
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