I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i
figli e le figlie della vita stessa.
Essi non
vengono da voi, ma attraverso di voi,
e non vi
appartengono benché viviate insieme.
Potete
amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri,
poiché
essi hanno i loro pensieri.
Potete
custodire i loro corpi, ma non le anime loro,
poiché
abitano case future, che neppure in sogno potrete visitare.
Cercherete
d’imitarli, ma non potrete farli simili a voi,
poiché la
vita procede e non s’attarda su ieri.
Voi siete
gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccate lontano.
L’Arciere
vede il bersaglio sul sentiero infinito, e con la forza vi tende,
affinché
le sue frecce vadano rapide e lontane.
In gioia
siate tesi nelle mani dell’Arciere,
poiché,
come ama il volo della freccia, così l’immobilità dell’arco
Kahlil
Gibran
2 commenti:
Ciao Marisa, sono venuta a trovarti e ho visto che hai postato questa bellissima poesia di Gibran che conosco molto bene e che mi piace particolarmente. Non potevi che scegliere questa, dopo che ieri, per telefono, abbiamo fatto tutte quelle riflessioni sui nostri figli...Anche se è vero tutto quello che Gibran ha scritto, qualche volta è un po' difficile staccarsi completamente da LORO! A proposito, hai avuto notizie da Marco? Spero proprio di sì, così sarai più tranquiulla! Buon fine settimana a te e a Roberto. Un abbraccione.
Grazie carissima amica contraccambio i saluti anche da parte di Roberto. Ti abbraccio
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